Come scegliere il disco SSD?
31 Dicembre 2018Ultima modifica: 31 Dicembre 2018
A che cosa serve il disco SSD al tuo computer?
Il montaggio del disco SSD nel tuo computer è indubbiamente uno dei migliori perfezionamenti, in cui si può investire per migliorare notevolmente la sua efficacia e per raggiungere un comfort di lavoro introvabile per molti utenti. Tuttavia – come nel caso di qualsiasi nuova tecnologia – passerà ancora molto tempo fino a quando i potenziali utenti capiranno quali vantaggi derivano da questo investimento, al primo sguardo costoso. Un’altra difficoltà nella scelta del disco SSD è anche l’offerta in continua crescita. La quantità di prodotti e parametri disponibili, moltiplicata inoltre per la quantità di applicazioni, per le esigenze per cui compriamo il disco SSD fa sì che la scelta di questo prodotto sia per molti una notevole sfida.
Che cos’è il disco SSD e in che cosa si differenzia da un hard disk classico?
SSD (ingl. Solid State Drive) è un tipo di memoria di massa usata per conservare i dati sui nostri computer. Fino a poco tempo fa, questo ruolo veniva svolto solo dagli hard disk tradizionali (HDD), tuttavia a causa del progresso dinamico delle tecnologie informatiche, col tempo si è rivelato che questa secolare tecnologia non soddisfa i requisiti posti dall’e-mondo odierno. I tradizionali HDD conservano i dati sui dischi, utilizzando una testina mobile per la scrittura. In parole semplici: ogni volta che vogliamo accedere ai nostri dati, la testina si sposta sulla superficie del disco che gira, cercando i dati che ci interessano. Un comune hard disk è in grado di eseguire circa 100 operazioni di lettura e di scrittura al secondo (IOPS) e impiega 15 millisecondi per accedere ai dati. Il disco SSD invece è privo di qualsiasi elemento mobile che sono sostituiti dalla memoria NAND flash e che permettono di eseguire fino a 100.000 operazioni di lettura e di scrittura al secondo. Ciò limita contemporaneamente il tempo di accesso ai dati perfino di oltre 100 volte (fino a 0,1 millisecondi). Le differenze nella costruzione portano con sé anche molti altri vantaggi. L’assenza di parti mobili nel disco SSD fa sì che esso sia decisamente molto più resistente ai danneggiamenti fisici permettendo di minimizzare il rischio di perdita dei dati in caso di shock o caduta. I dischi SSD sono anche decisamente molto più economici per quanto riguarda il consumo di energia, influendo direttamente sul prolungamento del tempo di lavoro sulla batteria del portatile. Un altro vantaggio che deriva dall’uso della memoria flash, è la possibilità di limitare notevolmente la dimensione fisica del disco rispetto al formato tradizionale di 2,5”. Grazie alla flessibilità di posizionamento dei componenti, la superficie del disco SSD può essere anche del 90% minore rispetto al disco tradizionale. Perciò è possibile montare il disco negli ultrabook più sottili o nei computer fissi di tipo All-in-One che contengono tutta la costruzione nella cassa del monitor.
In che cosa si differenziano i dischi SSD?
Ogni disco SSD ha una serie di caratteristiche e di parametri che definiscono la sua applicazione finale. Essi influiscono su rendimento, efficacia, compatibilità e infine sul prezzo. Come dunque scegliere il disco SSD che soddisferà le nostre esigenze e contemporaneamente non peserà sul nostro budget domestico. Il parametro principale da prendere in considerazione durante l’acquisto del disco, è la sua forma e l’interfaccia. Attualmente oltre il 95% dei dischi SSD venduti nei negozi sono disponibili nel formato da 2,5” con connettore SATA III. Grazie al fatto che questo standard è già sul mercato da molto tempo, esso permette una semplice migrazione dagli hard disk tradizionali che nella maggior parte sono disponibili proprio con questo standard, garantendo contemporaneamente una velocità più che soddisfacente. Un altro vantaggio dell’interfaccia SATA è la sua compatibilità con le generazioni più vecchie (chiamata anche retrocompatibilità). I dischi SSD con interfaccia SATA III possiamo senza problemi applicarli nei computer con interfaccia SATA II o SATA I. Ciò significa che i dischi SSD possono essere montati con successo anche nei computer che hanno ormai più di 14 anni perché proprio 14 anni fa è stato introdotto lo standard SATA sul mercato. Conviene ricordarsi che per la capacità di canale delle interfacce SATA I e SATA II (rispettivamente di 150 MB/s e 300 MB/s) più bassa, la connessione di un nuovo SSD ad un computer più vecchio, può limitare la sua velocità. Un’altra caratteristica da prendere in considerazione durante la scelta del giusto SSD è la sua cassa. La maggior parte dei dischi da 2,5’’ ha una cassa dello spessore di 7mm. Poiché molti portatili (soprattutto quelli di vecchia generazione) hanno il telaio di montaggio per i dischi dello spessore di 9,5mm, prima dell’acquisto conviene verifica se il disco è dotato di inserto di distanziamento. Esso garantirà la compatibilità indipendentemente dalla profondità del telaio (7mm o 9,5mm). Il tipo di connettore che abbiamo, può essere controllato nelle istruzioni d’uso del computer o della scheda madre.
Rendimento del disco SSD
Un altro parametro – da molti ritenuto il più importante – è il rendimento del disco. Esso definisce con quale velocità reagirà il nostro computer alle nostre domande e influisce sul generale comfort d’uso del computer e sul comfort del lavoro quotidiano. Il rendimento è espresso con due diversi parametri. Il primo, che definisce la capacità di canale, con la quale il nostro disco eseguirà le operazioni sui file, è la velocità del disco in megabyte al secondo (MB/s), definita separatamente per la lettura e per la scrittura. I dischi SSD moderni, basati sulle interfacce SATA III, permettono di raggiungere il trasferimento dati di 500 MB/s, cioè un valore perfino 5 volte superiore agli hard disk con lo stesso connettore. Invece i dischi SSD più recenti, basati sul connettore PCIe con interfaccia NVMe sono ancora più veloci, raggiungendo una velocità anche di 2,5GB/s. Questa velocità viene apprezzata soprattutto dai professionisti, per la maggior parte degli utenti, la velocità assolutamente soddisfacente sarà tuttavia quella offerta dal connettore SATA III. Un altro parametro – quantità di operazioni input/output al secondo (IOPS) – indica la quantità di operazioni che il nostro disco può eseguire nel lasso di un secondo. Similmente come in caso della velocità, i parametri IOPS vengono specificati separatamente per la lettura e per la scrittura dei dati. Un disco SSD medio, basato sull’interfaccia SATA III, raggiunge il parametro IOPS pari a 50.000, e i dischi più veloci sono in grado di superare perfino 100.000 operazioni al secondo. Per paragonare, gli hard disk odierni, dedicati agli utenti domestici, eseguono solo 100 operazioni al secondo. I dischi basati sull’interfaccia PCIe sono i prodotti più veloci disponibili sul mercato. Analizzando tutti questi parametri occorre ricordarsi che le specifiche indicate dai produttori sono possibili da raggiungere nelle condizioni strettamente definite, dunque diversi test rispecchiano diversi scenari di lavoro dei dischi. Alcuni dischi sono in grado di mantenere un determinato parametro più a lungo, invece gli altri raggiungeranno una determinata velocità solo per un momento. Gli utenti più esigenti dovrebbero dunque – paragonando diversi dischi – prendere in considerazione il metodo dei loro test e paragonare i risultati dei test eseguiti negli stessi programmi. I dischi basati sull’interfaccia PCIe sono i prodotti più veloci disponibili sul mercato.
Efficacia e resistenza dei dischi SSD
Passiamo ora all’efficacia che è particolarmente importante per coloro che elaborano grandi quantità di file o che conservano dati importanti. La vita del disco, per molti utenti la più importante, viene definita con parametri dai nomi misteriosi TBW e MTBF e deriva direttamente dal tipo di componente NAND flash usato. I componenti ad oggi più frequentemente usati nei dischi SSD sono quelli realizzati con la tecnologia TLC (Triple-Level-Cell) e MLC (Multi-Level-Cell). I componenti TLC offrono un rendimento e l’efficacia che dovrebbe essere sufficiente per un utente medio. Gli utenti più esigenti che richiedono maggiore stabilità e comfort di lavoro dal loro SSD, dovrebbero concentrarsi sui dischi nella tecnologia MLC che offre maggiore rendimento e efficacia. Ritorniamo ora alle abbreviazioni: parametro TBW (Total Bytes Written) definisce la vita del disco espressa in gigabyte. La quantità di dati memorizzati dall’utente durante la giornata è molto diversificata e può variare da qualche centinaio di megabyte a qualche decina di gigabyte. Il parametro TBW per i dischi basati sulla memoria TLC, dovrebbe essere sufficiente per gli utenti medi anche dopo la scadenza della garanzia, che per questi prodotti è solitamente di 3 anni. Nei dischi basati sulla memoria MLC, il parametro TBW spesso supera notevolmente le esigenze degli utenti medi. I loro produttori spesso assicurano ai loro utenti la garanzia di 5 anni, dandogli contemporaneamente la sicurezza che il disco funzionerà molto più a lungo. Confrontando l’offerta dei singoli produttori, occorre considerare che molti di loro limitano il periodo di garanzia anche con il parametro TBW. Ciò indica che la garanzia non viene riconosciuta se l’utente supera la quantità di dati memorizzati definita nelle condizioni, anche se il periodo generale di garanzia è ancora in corso. Invece il parametro MTBF (Mean Time Between Failures), misurato in ore, indica “il tempo medio tra i guasti”. Siccome i valori espressi con questo parametro non devono essere letti alla lettera, di sicuro esso aiuterà a definire il tempo in cui il disco funzionerà senza avarie. Presentazione del parametro TBW nel tempo in base agli esempi di SSD disponibili sul mercato.
Quale disco scegliere?
Considerando la moltitudine di parametri, l’acquisto di un SSD può essere un’impresa ardua. Le seguenti regole hanno lo scopo di aiutare i potenziali utenti dei dischi SSD, indecisi o nuovi, a prendere la giusta decisione: Fai attenzione all’interfaccia del tuo computer. Se hai SATA I o SATA II, la velocità del disco sarà limitata allo standard del connettore che hai. Tuttavia indipendentemente dal connettore, sentirai un grande comfort di lavoro e l’aumento dell’efficacia del tuo computer. Ricordati di acquistare il disco SSD con inserto di distanziamento. Questo elemento all’apparenza banale, può far sì che il disco sia decisamente meglio alloggiato nel tuo computer, grazie a cui i tuoi dati saranno più sicuri. Il montaggio del disco da 2,5’’ nel computer fisso, può richiedere l’uso di adattatori supplementari nel formato da 3,5’’, con cui allora sono stati prodotti gli hard disk. La maggior parte delle nuove case per computer sono ormai adattate al formato da 2,5’’ senza adattatori supplementari. Se ci tieni al massimo rendimento, confrontando più dischi, bada al metodo dei test. Se ci tieni ad una maggiore efficacia, scegli i dischi basati sulla memoria MLC. Bada alle condizioni di garanzia e se il produttore le limita con il parametro TBW.